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"Il francobollo ? propagatore di notizie, legame tra famiglie lontane, messaggero tra gli amici, conforto nella solitudine, veicolo di commercio e dindustria, elemento di progresso umano, promotore di fraternit?, di pace, di buona volont? fra gli uomini e le nazioni"
(da uniscrizione del palazzo delle poste di Washington).
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Era il 1? Giugno 1850 quando le poste del Lombardo - Veneto emettevano il primo francobollo circolato in Italia, seguendo lesempio della riforma inglese (1840) che con lintroduzione di una nuova tassazione intendeva combattere i frequenti abusi a danno dei servizi postali: la penisola italiana era allora disseminata di regni e ducati, i pr?ncipi erano considerati tali per grazia divina, e larretratezza imperava tra i pi? proprio come le aquile asburgiche, effigiate trionfanti sui primi esemplari in circolazione nel nostro paese; qualche tempo dopo, il 15 novembre 1864, sulla rivista parigina Le collectionneur de timbres-poste il giornalista Georges Herpin, in sostituzione di timbromania, coniava la parola filatelia, utilizzando i vocaboli greci f?los ("amico") e at?leia ("esenzione dallimposta", immunitas per i latini), termine questultimo che indicava proprio il francobollo, dal momento che la sua applicazione sulla corrispondenza lo fa viaggiare "in franchigia", essendo il porto gi? pagato. Se fin dalle radici etimologiche lamicizia per il francobollo ha cos? un debito con la filologia, il presente articolo ha la modesta pretesa di illustrare il loro non troppo idilliaco rapporto nelle emissioni dello Stato Italiano [1], della Citt? del Vaticano e della Repubblica di San Marino che hanno avuto per soggetto luoghi, eventi e personaggi del mondo classico (in stragrande maggioranza, vedremo, latini pi? che greci): quasi 150 anni di storia attraverso i quali il francobollo, usato in origine come semplice forma di pagamento della tassa postale e divenuto nel tempo mezzo di celebrazione, si ? trasformato ora in efficace strumento di sapere, ora persino in veicolo di propaganda politica.
Le Poste Vaticane, Sanmarinesi ma soprattutto le Poste Italiane non hanno dimenticato di commemorare i diversi personaggi della classicit? che hanno contribuito allarricchimento del patrimonio culturale del proprio popolo, tuttavia molto spesso sono incorse in errori "filologici" tanto sconcertanti quanto pi? banali; in Italia, ad esempio, dalle retoriche e strumentalizzate rievocazioni del "classicismo di cartapesta" fascista si ? passati alle sobrie celebrazioni della Repubblica, con lunico denominatore comune di accompagnare una scarsa precisione filologica ad emissioni graficamente ineccepibili e per la verit? assai eleganti.
Alle rimostranze del lettore che ritenga pedanti le nostre ricerche di filologi vorremmo rispondere con lironia che la leggerezza dellargomento forse richiede: un francobollo non ha certo la pretesa di essere unedizione critica, tuttavia se si considera che il collezionismo filatelico ha tra i suoi scopi quello di fornire con abbondanza nozioni utili ed interessanti indicazioni sulle vicende e il progresso dei vari popoli in tutti i campi delle conoscenze umane, non ci sembra frutto di un ozioso "pascolare tra i libri" (Ath. 1, 22d) la constatazione che alcuni francobolli sono "sbagliati", intendendo indicare con tale attributo "quella carta valore postale che presenta errori nella dicitura o nel disegno, tali da falsare la verit? o da offendere la logica e la ortografia" [2].
Le emissioni italiane sono piene di francobolli sbagliati [3], ma quelle dedicate a personaggi vissuti prima di Cristo presentano, oltre a volute omissioni [4], inesattezze a volte stucchevoli. Se si considera che un francobollo nasce solo dopo un attento esame da parte di una commissione di esperti, una svista sicuramente grave consiste nel celebrare nellanno sbagliato il bimillenario di una particolare ricorrenza quale la nascita (o la morte) di un personaggio vissuto a cavallo della venuta al mondo di Cristo, posta tradizionalmente in un anno (lanno 0 appunto) che, non essendo in realt? mai esistito, non dovrebbe essere calcolato [5]. La possibilit? che il computo dellanno 0 costituisca una convenzione filatelica non giustifica lerrore, in quanto diverse volte viene invece seguito quello che riteniamo essere il giusto calcolo (cos? il bimillenario della morte di Orazio, avvenuta nell8 a. C., ? stato correttamente commemorato nel 1993, vd. infra). Limprecisione si verifica gi? nei valori dedicati a Virgilio, il quale ebbe lonore di essere il primo autore classico celebrato, dal momento che il 21 ottobre 1930 le Poste dellallora Regno dItalia ne commemorarono il bimillenario della nascita (avvenuta ad Andes nel 70 a. C.) [6]: lemissione, i cui soggetti illustrano i versi del poeta augusteo, apprezzato principalmente per essere, nellaccezione imperialistica del regime, limmortale cantore delleterna gloria dellImpero di Roma [7], si presenta assai solenne (ben nove valori diversi) ma con alcune inesattezze filologiche, in particolare:
1) Il val. da c. 15 [VEDI FOTO] reca nella didascalia il verso ecce tibi Ausoniae tellus hanc arripe velis (Aen. 3, 477) eppure i due protagonisti dellepisodio Eleno ed Anchise sono colti non gi? nellatto di conversare ma mentre si atteggiano in un saluto romano chiaramente propagandistico.
2) Nel val. da c. 25 Enea rivolge il suo saluto allItalia: la citazione ? imperfetta, perch? ci? che si legge ? soltanto una parte di Aen. 7, 120-2 continuo SALVE FATIS MIHI DEBITA TELLVS / vosque ait o fidi Troiae salvete Penates / HIC DOMVS HAEC PATRIA EST. Genitor mihi / talia namque, essendo soppressa la "superflua" invocazione ai Penati.
La serie virgiliana (in cui le altre emissioni appaiono esenti da errori [8]), pur celebrando in anticipo il bimillenario della nascita del poeta, per il suo forte messaggio propagandistico dovette risultare molto cara al regime, tanto che successivamente ne venne dato valido corso, con la rispettiva sovrastampa, anche in Cirenaica, in Tripolitania, e nelle isole dellEgeo sotto influenza italiana. Del resto tutti i temi della pubblicistica fascista ricompaiono puntualmente e in modo esplicito nella serie del 1932 celebrativa del decennale della marcia su Roma; una curiosit?: nel val. da L. 5 + 2, 50 sullo sfondo di unarena compare Giulio Cesare, mentre la didascalia "Antiche vestigia - Nuovi auspici" ? il manifesto dellesasperato classicismo dellepoca [9], che, "latinizzando" alleccesso, crea un monstrum come limprobabile motto volare necesse est nel valore da c. 75 della stessa serie. In tale temperie culturale il 1? Luglio 1936 veniva celebrato (stavolta correttamente) il bimillenario della nascita di Orazio (avvenuta nel 65 a. C.), tuttavia anche la serie dedicata al poeta di Venosa (ben 11 valori tra cui 4 di Posta aerea) non fu esente da errori: in particolare desta perplessit? il val. da c. 50, per la scelta davvero singolare di presentare il poeta ritratto su un medaglione conservato al museo di Cracovia, in cui liscrizione chiaramente tarda (in unepoca in cui laspirazione iniziale non era pi? percepita) lo chiama ORATIVS, con una grafia che, lontana dalla norma classica, ne corrompe discutibilmente il nome [10]; non meno scorretta appare la citazione nel val. da L. 1, 75 + 1, 00 in cui, sotto limmagine di un fauno che suona la siringa su un ceppo, le parole di Carm. 1, 1, 29 sono riportate in maniera assolutamente divergente dalla pi? attestata tradizione [VEDI FOTO]: anzich? me doctarum hederae praemia frontium troviamo infatti la lezione me doctarum ederae proemia frontium, sicura trivializzazione grafica del testo oraziano.
Oltre a questa serie (che, va detto, si presenta corretta negli altri valori [11]), in onore del poeta venusino sono da annoverare anche i valori di Posta aerea [12], per quanto il personaggio pi? amato dalle Poste Italiane fosse in quegli anni Augusto, celebrato con una serie tra le pi? solenni (ben 15 francobolli tra valori ordinari e di Posta aerea) che avrebbe dovuto costituire il fiore allocchiello della filatelia italiana, al punto che persino il primo giorno di emissione coincise con il dies natalis dellimperatore (23 settembre): nato nel 63 a. C., Augusto avrebbe avuto il suo bimillenario di nascita soltanto nel 1938, ma il desiderio di mostrare la faccia aggressiva del regime, in coincidenza con le nuove spinte imperialistiche dellItalia, suggerirono di magnificare quanto prima levento [13], cos? che una seconda corretta celebrazione fu affidata lanno seguente a due valori [14] emessi con imbarazzo nella sola Africa Orientale Italiana.
Nella serie del bimillenario augusteo compaiono soggetti che illustrano brani delle Res Gestae Divi Augusti: le citazioni del testo sono spesso incomplete e nella maggior parte dei casi si discostano dalla ricostruzione fatta dai filologi, con tagli arbitrari e cesure accortamente studiate a fini politici e propagandistici dal celeberrimo Min. Cul. Pop., accorto nel mettere in evidenza i temi che il principe aveva enumerato con grande capacit? persuasiva, come:
1) La pacificazione dei mari nel val. da c. 10 [VEDI FOTO] (in 4, 1 si legge MARE PACAVI a praedonibus ma, per esaltare ancor di pi? la forza della nostra Marina Militare, si omise la seconda parte a praedonibus, rendendo assoluta lopera di controllo sui mari). 2) Le guerre vittoriose per mare e per terra (BELLA TERRA ET MARI c[ivilia exter]naque TOTO IN ORBE TERRARVM S[AEPE GESSI] VICTORQVE OMNIBVS in 1, 13-4) nel val. da c. 15.
3) La pietas di Augusto nel val. da c. 20 (Duo et octaginta TEMPLA DEVM IN VRBE consul sex[tum et auctoritate] senatus REFECI in 4, 17-8) con una curiosa particolarit?: limperatore vi compare ritratto in veste di Pontefice Massimo col capo velato nella statua detta "di Via Labicana" (Museo Nazionale Romano); tale scultura, notoriamente mutila, nella vignetta riacquista "miracolosamente" il braccio destro.
4) Il censimento della popolazione ricordato nel val. da c. 25 (Et in consulato sexto CENSVM POPVLI conlega M. Agrippa EGI in 2, 2) con riferimento alla nascita di Ges? Cristo, per cui sotto la croce vengono citate le parole di Virgilio iam nova progenies caelo demittitur alto (Ecl. 4, 7), secondo linveterata interpretazione cristiana.
5) Il fatto che Augusto sia considerato continuatore dellastro di Cesare (Iulium Sidus), raffigurato nel val. da c. 30 nella sfruttatissima posa della statua di et? traianea (Roma, Palazzo Senatorio), con il commento di 4, 13-4 coepta profligataque opera a patre meo perfeci.
6) Lacclamazione ad imperatore, celebrata nel val. da c. 50, sempre con le parole di Augusto IVRAVIT IN MEA VERBA TOTA ITALIA sponte sua ET ME DVCEM DEPOPOSCIT (4, 3) quale didascalia della statua loricata di Prima Porta.
7) La conquista dellEtiopia (ancora una somiglianza tra i due...imperi), esaltata nel val. da c. 75 dalle parole MEO IVSSV ET AVSPICIO DVCTI SVNT [duo] EXERCITVS eodem fere tempore IN AETHIOPIAM et in Arabiam (5, 18-9) con laccorta eliminazione della spedizione in Arabia (dove il fascismo non era certo arrivato); lerma ritratta ? di Ottaviano giovinetto (testa marmorea conservata agli Uffizi).
8) Lorganizzazione di una flotta efficiente e padrona dei mari, come sottolinea il val. da L. 1, 25 con le parole CLASSIS MEA PER OCEANVM (...) navigavit (5, 14).
9) La costruzione dellAra Pacis, ricordata nel val. da L. 1, 75 + 1 ARAM [PACIS A]V[G]VST[AE SENATVS PRO] REDI[T]V MEO CON[SACRANDAM CENSVIT] ad Campum Martium (2, 38-9).
10) La deposizione del lauro in Campidoglio, atto di grande valore simbolico, rievocato nel val. da L. 2, 55 + 2 che chiude la serie con le parole L[AVRVM DE FASCIB]VS DEPOSVI IN CAPITOLIO VOTIS quae quoque bello nuncu[paveram SOLV]TIS (1, 23-4).
Nei valori di Posta aerea sempre dedicati ad Augusto bellissime immagini tratte dai rilievi dellAra Pacis Augustae [15] illustrano alcuni versi di Orazio [16], testimone luminoso e sincero della sua epoca anche in quegli accenti della poesia civile parsi ai moderni meno spontanei e ispirati: unica eccezione ? il val. da L. 1 + 1 nel quale sono raffigurati i domini di Roma, evocati dalle parole che Venere rivolge a Giove in Aen. 1, 236, in cui con un errore di trascrizione davvero clamoroso si legge qui mare qui terras omni ditione tenerent (la parola dicione ? stata sostituita dal mai attestato ditione!).
Per essere degnamente accostato, come sui francobolli della serie imperiale, a Giulio Cesare e ad Augusto, a Vittorio Emanuele III mancava il titolo di Imperatore che gli venne il 9 maggio 1936 con la conquista dellEtiopia (anche se le operazioni di occupazione durarono fino al febbraio 1937): nellultima grande serie del ventennio, la retorica fascista riscriveva la storia dItalia da Romolo (presentato nellatto di fondare la citt? "tracciando il segno dellinfallibile destino") ad Augusto (ancora una volta nella veste loricata di Prima Porta, celebrato in virt? della "coordinazione di tutte le forze, sotto gli ordini di un solo") fino alle vicende del nuovo Impero, siglate con enfasi da una particolare sfragh?s, la M di Mussolini.
Le vittorie tedesche in Danimarca, Francia e Norvegia convinsero il duce allintervento bellico (10 giugno 1940), nella certezza che il conflitto sarebbe stato breve e fruttuoso per lItalia: i motti guerreschi riempiono francobolli e cartoline postali ed anche il bimillenario della nascita di Tito Livio (59 a. C.), ancora una volta erroneamente celebrato in anticipo (le emissioni sono del 13/12/1941), diventa motivo di propaganda bellica, con enunciati che inneggiano alla guerra; nel val. da c. 20 + 10 la frase ne quod toto orbe terrarum iniustum imperium sit in 33, 33, 7 (dove si sta parlando delle conseguenze della libert? donata alla Grecia da T. Q. Flaminino ai Giochi Istmici del 196 a. C.) illustra una scena di combattimento tra romani e barbari da un bassorilievo dellarco di Costantino che centra ben poco con quanto affermato nella didascalia, mentre laffermazione iustum est bellum quibus necessarium (si tratta di Liv. 9, 1, 10, passo in cui C. Ponzio figlio di Erennio nel 321 a. C. si rivolge ai Sanniti per esortarli alla guerra) commenta le azioni di due guerrieri romani (ancora dallarco di Costantino e ancora senza attinenza con la citazione, da cui nel val. da c. 50 + 25 scompare linopportuno vocativo Samnites).
Caduto il regime e instaurata la Repubblica, lammirazione per i classici non venne meno, anche se sceverata dalluso propagandistico che se ne era fatto sino ad allora. Cambiarono i tempi ma non gli errori: la prima emissione della nascente Repubblica Italiana dedicata ad un personaggio classico ? quella commemorativa del bimillenario della morte di G. Valerio Catullo [VEDI FOTO]. La scelta di ricordarlo nel 1949 appare assolutamente inspiegabile, se si considera che la tradizione pi? accreditata pone la morte del grande poeta veronese intorno al 54 a. C. Nella vignetta Catullo ? rappresentato in un busto del XV sec. hedera iuvenalia cinctus tempora (come lo descrive Ovidio in Am. 3, 9, 61), intento a guardare la sua Verona da un arco del teatro romano. Sullo sfondo si riconosce il ponte sullAdige, costruito come larena in et? augustea e quindi, con evidente anacronismo, mai visto dal poeta. Forse la stridente apor?a cronologica ha una sua ragione: il bozzettista ha voluto rappresentare il ponte cos? comera prima della distruzione avvenuta nel periodo bellico, per sottolineare lo sforzo dellitalico valore nella sua faticosa ricostruzione [17].
Nel 1957 venivano compiuti ancora due errori di calcolo con la celebrazione "anticipata" del bimillenario della nascita di Ovidio e della morte di Cicerone (43 a. C.): nel valore dedicato al grande poeta augusteo, sotto il ritratto compare la criptica sigla SMPE, acrostico formato dalle iniziali dellemistichio di Tristia 4, 10, 3 Sulmo mihi patria est, nonch? motto nello stemma civico di Sulmona, citt? natale dellautore delle "Metamorfosi": un mistero che pochi, affrancando una lettera, riuscirono allora a comprendere.
Nel francobollo dedicato a Cicerone [VEDI FOTO], lillustre oratore ? presentato invece in uno dei pi? noti ritratti conservatici, quello del busto di et? augustea oggi ai Musei Capitolini di Roma.
Per ritrovare dei soggetti classici bisogna comunque giungere al 7 aprile 1960 [18], quando in occasione dell"Anno mondiale del rifugiato" le Poste Italiane celebrano la fuga di Enea, con un particolare tratto dallaffresco intitolato "Lincendio di borgo" (Stanze di Raffaello, Musei Vaticani), in cui leroe troiano ? dipinto con Anchise sulle spalle ed accanto il piccolo Ascanio.
Finalmente esente da errori ? il francobollo, emesso il 27/5/1961, che commemora il XIX centenario della nascita di Plinio il Giovane (61 d. C.), presentato da una statua attribuita ad Amuzio da Lurago, che lo raffigura sulla facciata del duomo di Como [VEDI FOTO].
Nello stesso anno, con la celebrazione del XIX centenario dellarrivo di S. Paolo a Roma [VEDI FOTO] (bellissima la miniatura della Bibbia di Bors o dEste che ne costituisce il soggetto) viene commemorato dalle Poste Italiane il primo personaggio cristiano [19], mentre il 21 settembre 1974 viene correttamente celebrato il bimillenario della morte di Varrone Reatino (avvenuta nel 27 a. C.); le parole che compongono limmaginaria lapide Legendo autem scribendo vitam procudito (bellissimo precetto in cui Varrone sembra riassumere in maniera sintetica quella che fu la sua vita) sono tratte dalle "Satire Menippee" (554), per quanto ancora una volta il bozzettista non abbia ritenuto conveniente specificarlo, probabilmente per ragioni di spazio.
Il 9 giugno 1979, in occasione del 70? Congresso mondiale del Rotary a Roma, viene celebrato di nuovo Enea [VEDI FOTO], quale simbolo di quella pietas che costituisce uno dei valori fondamentali nello statuto dellassociazione internazionale fondata nel 1905.
Due anni dopo, al centro dellattenzione ? nuovamente Virgilio, il cui bimillenario della morte (19 a. C.) viene celebrato ancora una volta nellanno sbagliato [20]: a cadere nellerrore sono per prime le Poste Vaticane con lemissione del 23 aprile 1981 (il poeta dellEneide ? lunico personaggio del mondo pagano che viene celebrato dallo Stato Pontificio!) in cui compare un presunto ritratto del poeta con accanto il pluteo scrittorio, presente in uno dei pi? famosi codici virgiliani del V sec. (Vat. Lat. 3862, f. 2) [VEDI FOTO].
Il 10 luglio dello stesso anno anche le poste di San Marino dedicano al vate latino un bellissimo trittico che illustra i temi della sua poesia, con le parole finali del distico che la tradizione vuole da lui stesso dettato: Cecini pascua, rura, duces (Donat. Vita Vergilii rr. 136-40 Hardie, Prob. rr. 16 sgg.).
In ultimo (e sempre erroneamente nel 1981) le Poste Italiane hanno celebrato la ricorrenza con unelegante emissione (19 settembre) riproducente il ritratto del poeta dal mosaico di Treviri del IV sec. d. C. Una curiosit?: cinquantanni prima la stessa immagine era stata testimonial del bimillenario della nascita sul frontespizio del Suppl. n. 49 (Natale 1930 / Capodanno 1931) a "Lillustrazione italiana", periodico in cui tutta la cultura accademica dellepoca tirava le somme di quella fastosa rievocazione.
Se gli autori latini hanno goduto sempre di stima e considerazione tra le amministrazioni postali, lo stesso non accade per gli autori greci del mondo classico - pagano: unico greco celebrato dalle Poste Italiane ? cos? Archimede, commemorato nel 1983 per linvenzione della coclea e ricordato insieme a Ippocrate come pioniere della scienza anche da San Marino.
Dopo numerosi errori, le Poste Italiane sembrano finalmente "riscattarsi" con lemissione del 19/4/1993 per il bimillenario della morte di Q. Orazio Flacco. Il "ravvedimento" ? totale: anche nella moneta dedicata al venusino dalla Zecca al rovescio ? citato il noto ut pictura poesis dellArs poetica (Epist. 2, 3, 361), mentre al dritto ricompare il celebre ritratto del medaglione di Cracovia contornato dal nome HORATIVS scritto stavolta correttamente secondo la grafia classica.
Nello stesso anno anche le Poste sanmarinesi ricordano Orazio esattamente a duemila anni dalla morte con un valore in cui il poeta latino viene caricaturalmente ritratto nellatto di comporre un carmen.
Pur con le attenuanti che si possono concedere ad uninterpretazione satirica da parte del vignettista moderno, alcuni particolari denunciano la completa ignoranza di una basilare conoscenza paleografica: il testo che nella figura si scorge sul rotolo ai piedi del ridente poeta appare infatti scritto non gi? parallelamente al lato lungo ma perpendicolarmente ad esso, secondo una procedura ignota al mondo classico, e tipica invece dei rotoli contenenti gli Exultet, i canti in lode del cero pasquale che inaugurarono la pratica di scrivere in tale senso solo a partire dal IV sec. d. C.
Per chiudere in maniera "conveniente" questo lungo esame non si pu? non accennare allennesimo caso di errore di calcolo: il 21/4/1997 ? stato infatti celebrato dalle Poste Italiane il 2750? anniversario della fondazione di Roma, il che ci fa credere che la pubblica amministrazione abbia sbagliato il conto a partire dal computo varroniano (cio? dal 753 a. C.), piuttosto che indovinarlo in base al calcolo ciceroniano che poneva lanno di fondazione al 754 a. C.
Intendiamoci, ogni svista avr? avuto una sua involontaria genesi e siamo convinti che i primi a dolersene siano stati proprio i responsabili delle varie amministrazioni, le quali pi? di una volta di fronte ad opere e soggetti classici che hanno fatto capolino tra le numerose emissioni di Italia, Vaticano e San Marino, hanno invece prodotto valori sia stilisticamente che filologicamente perfetti 21.
Possiamo concludere: in quellaffascinante album che attraverso i valori dedicati al mondo classico ci fa ripercorrere pi? di due millenni della nostra cultura, non sempre dellantichit? ci ? stata data unimmagine esente da sfocature, tanto che possiamo ritenere, se ci ? concessa la facile lepidezza, che spesso la filatelia non "ha fatto i conti" con la filologia.
Il lettore avveduto, e forse poco romantico, sorrider? al pensiero che nellepoca delle-mail anche i francobolli saranno destinati a sparire; ci consenta per? di sperare che, almeno fin quando la rivoluzione telematica non avr? avuto il suo corso, lerrore e la piccola impostura non accompagnino pi? gli "insignificanti" [22] pezzetti di carta filigranata che, affrancando le lettere, ogni giorno fanno ancora volare affari, ansie, ed amori di tutti. [23]
NOTE
1 Comprendiamo in tal senso gli antichi Ducati e il Regno dItalia, la Repubblica Sociale, le Colonie ed infine la Repubblica Italiana, in un periodo compreso tra il 1850 ed il 1999, in cui sono stati emessi complessivamente ben oltre 5000 valori.
2 IG. N. SERNERI, Francobolli sbagliati in Enciclopedia dei francobolli, a c. di F. Apollonio vol. I, Firenze 1968.
3 Sar? il caso di ricordare solo i casi pi? clamorosi, come lemissione del 1956 per il cinquantenario del traforo del Sempione, nella cui vignetta si vede uscire dalla galleria una locomotiva a vapore, mentre la linea fu sempre elettrificata, oppure il celeberrimo Gronchi rosa, il francobollo commemorativo del viaggio presidenziale in Per?, riproducente in maniera erronea i confini dello stato sudamericano. Il pi? recente errore si ? verificato invece in campo numismatico con il conio da L. 1000: lIstituto Poligrafico della Zecca ha emesso almeno dieci milioni di pezzi con effigiato il territorio della Germania precedentemente alla caduta del Muro di Berlino (1989). Tra le scuse dei diplomatici italiani ai membri del governo tedesco e della Comunit? Europea, la nuova moneta, ormai messo in circolazione, continuer? a passare tra le mani degli Italiani almeno fino a quando la Lira non cesser? di esistere, sostituita dallEuro.
4 Tra queste sono compresi tutti quei tagli arbitrari fatti ad una citazione di un determinato autore, spesso per motivi propagandistici, a volte semplicemente per motivi di spazio. Per comodit? dora in poi, citando un autore, segnaleremo in caratteri maiuscoli quella parte di testo entrata effettivamente nella didascalia, spiegando a seconda dei casi i motivi che hanno prodotto il taglio.
5 Lera cristiana o dionisiana, la cui adozione, estremamente diffusa, ? attestata dalla frequente denominazione di "nostra era", risale a Dionigi il Piccolo, monaco scita che la introdusse nel VI sec. d. C., traducendo le tavole pasquali di Cirillo dAlessandria e ponendo la nascita di Cristo al 25 Dicembre dellanno 753 dalla fondazione di Roma con uno scarto, peraltro, di 4-5 anni. Nel computo dionisiano allanno 1 a. C. segue immediatamente l1 d. C.
6 Per limportante valore ideologico della celebrazione, fortemente voluta dal duce in persona , vd. L. CANFORA in Enc. Virg. II s. v. Fascismo, pp. 469-72, Roma 1983. Tra le iniziative filologiche connesse al bimillenario merita un cenno la splendida edizione virgiliana approntata in quellanno da R. Sabbadini.
7 Per questo con enfasi dichiaratamente nazionalistica tutti i valori rievocano, senza citazione della fonte, le parole delloracolo di Febo ricevuto dai Troiani in Aen. 3, 96 antiquam exquirite matrem.
8 Nel val. da c. 20 compaiono le parole di Anchise tu regere imperio populos Romane memento (Aen. 6, 851); il vecchio ? seduto sul colle donde scorge le glorie di Roma, con al suo fianco Enea. Nel francobollo da c. 30 il verso salve magna parens frugum Saturnia tellus (Georg. 2, 173) funge da didascalia allallegoria della madre terra splendidamente rappresentata in un rilievo dellAra Pacis Augustae; il val. da c. 50 esalta il bene degli agricoltori impegnati nella mietitura con le parole di Georg. 2, 458-9 o fortunatos nimium sua si bona norint / agricolas (la didascalia raffigura dei coloni che ricordano assai da vicino i braccianti italiani impegnati nella celeberrima "battaglia del grano" conclusasi con discreti risultati proprio in quegli anni), mentre lelogio della vita familiare ? espresso nel val. da c. 75 attraverso Georg. 2, 523 interea dulces pendent circum ocula nati. Nel val. da L. 1, 25 le parole di Aen. 3, 524 Italiae laeto socii clamore salutant commentano invece la vignetta che mostra Acate nellatto di salutare litalico suolo, laddove lallegoria del focolare ? suggellata nel val. da L. 5 + 1, 50 da Ecl. 7, 49 hic focus et taedae pingues hic plurimus ignis, parole pronunciate da Tirsi nel canto amebeo con Coridone. Chiude la serie Aen. 11, 419 sin et opes nobis et adhuc intacta iuventus, nellinvocazione rivolta da Turno ai compagni prima dello scontro con i Troiani.
9 Questo fece s? che nei francobolli anzich? monumenti, opere darte e vedute, entrassero diverse tematiche tese ad esaltare litalianit? e la romanit?, tra cui la lupa di Roma e gli antichi miti di Pegaso e della Vittoria, presenti nella cosiddetta "Serie Imperiale" che vide la luce in vari momenti tra il 1929 e il 1942; lImpero veniva invece incensato attraverso la glorificazione dei suoi fondatori Giulio Cesare ed Augusto, praticamente onnipresenti e raffigurati quasi sempre, il primo, nella posa del monumento di et? traianea conservato a Roma (Palazzo Senatorio), il secondo, in quella della celebre statua loricata di Prima Porta (I sec. a.C. - Musei Vaticani): non ? un caso che i primi due Cesari siano gli unici due personaggi del mondo classico presenti su cartamoneta in tutta la storia della Banca dItalia, nei circolatissimi biglietti di stato (rispettivamente da L. 1 e L. 2) a loro dedicati nel 1939. Sorprende comunque che degli imperatori, il primo in assoluto ad essere stato celebrato nella storia filatelica sia stato il mite Claudio, effigiato in un valore da c. 50, emesso dalle Poste Coloniali il 17/2/1934, in occasione della VIII fiera campionaria di Tripoli: in esso il successore di Caligola viene ritratto con la corona civica, cos? come compare in una celebre statua rinvenuta a Leptis Magna.
10 Le parole della didascalia non omnis moriar sono invece di Carm. 3, 30, 6.
11 Il val. da c. 10 ha come tema lesaltazione della terra, fertilis frugum pecorisque tellus (Carm. Saec. 29), mentre nel val. da c. 20 un quadro primaverile illustra Carm. 4, 7, 1 Diffugere nives, redeunt iam gramina campis, inizio dellode dedicata a Torquato che invita a non illudersi sullimmortalit?. Laccorta saggezza della gente italica ? protagonista del val. da c. 30, in cui la vitalit? delleroe ? tale che impavidum ferient ruinae (Carm. 3, 3, 8), incrollabile nel proposito di riportare Roma sul tetto del mondo, come nellaugurio che troviamo espresso nel val. da c. 75 con le parole stet Capitolium / fulgens (Carm. 3, 3, 42-3). Chiude la serie il val. da L. 2, 55 + 1, 00 in cui la propaganda bellicista raggiunge il culmine con il parenetico (e pi? o meno opinabile) motto dulce et decorum est pro patria mori (Carm. 3, 2, 13).
12 In quello da c. 25 un suggestivo accoppiamento: i versi oraziani expertus vacuum Daedalus / aera pinnis non homini datis (Carm. 1, 3, 34-5) sembrano sottolineare le grandi imprese aviatorie di quegli anni, vanto dellAeronautica italiana (non a caso ? raffigurato un idrovolante, il mezzo che pi? volte tra 1929 e 1933 aveva portato Italo Balbo a sensazionali crociere collettive che ebbero vasta risonanza). Un aereo in volo su una valle "solitaria" (presumibilmente quella dellAniene, considerato che i versi citati appartengono ad unode che il poeta immagina di indirizzare a Tindari dalla sua villa nei pressi dellodierna Licenza) nel val. da c. 50 fa invece da commento al verso hic in reducta valle (Carm. 1, 17, 17). Un leccio campeggia sul val. da c. 60, illustrando il duris ut ilex di Carm. 4, 4, 57, citazione incompleta e priva di senso se non si aggiunge il restante emistichio tonsa bipennis. Ancora una volta, nel val. da L. 5 + 2, su una veduta del Foro Romano compare la frase nihil urbe Roma visere maius (Carm. Saec. 11-2), versi che ebbero grande successo nellottica di esaltazione della romanit? per un regime che, almeno a parole, si sentiva assai vicino a quello inaugurato da Augusto [VEDI FOTO].
13 Nello stesso anno 1937 (e con grande precisione sempre nel giorno di nascita di Augusto, il 23 settembre) usciva in Italia a cura di Concetta Barini ledizione critica delle Res gestae divi Augusti voluta, come si legge nel frontespizio, iussu Beniti Mussolini [...] in Augusti natalem bis millesimum.
14 Nel val. da c. 5 ancora una volta compare lAugusto loricato "di Prima Porta" (anche se ritratto da una angolazione insolita), mentre nel val. da c. 10 c? la Vittoria, altra icona cara al regime.
15 Laltare, testimonianza eccelsa dellarte scultorea del periodo fu innalzato nel Campo Marzio dal senato romano nel 9 a. C., a ricordo della pax instaurata dal principe.
16 Nel val. da c. 25 le parole sono di Carm. 4, 15, 4-5 tua Caesar aetas fruges et agris rettulit uberes, a commento dellallegorica rappresentazione della fertilit?; nel val. da c. 50 la processione dei familiari dellimperatore ? commentata da Carm. Saec. 47-8 Romulae genti date remque prolemque et decus omne, mentre nel val. da L. 5 + 1 il giovane Ottaviano ? tutela praesens Italiae dominaeque Romae (Carm. 4, 14, 43).
17 Questa si concluse solo nel 1958 a differenza di quella del ponte di Santa Trinit? a Firenze, celebrata con un valore emesso nello stesso giorno di quello dedicato a Catullo, il 19 settembre 1949.
18 A parte va considerata la serie "pre-olimpica" del 23/6/1959 e quella commemorativa dei Giochi del 1960, in cui compaiono note vestigia del passato come lArco di Costantino, la basilica di Massenzio, il discobolo di Mirone, lApoxiomenos di Lisippo, ecc.
19 Naturalmente le Poste Vaticane dedicano numerosi (e bellissimi) valori ai Padri del Cristianesimo delle origini, agli Apologisti ed ai Dottori della Chiesa: la nostra indagine, limitandosi a personaggi del mondo classico pagano (e comunque nati tutti prima di Cristo), li ha volutamente tralasciati. Abbiamo altres? trascurato quelle numerosissime emissioni che pure presentano opere legate al mondo cristiano, come codici miniati di Padri della Chiesa, monumenti e bassorilievi del IV sec., pitture e sculture raffiguranti soggetti sacri ecc. Va da s? che il Latino, essendo la lingua ufficiale del Vaticano, compare nella stragrande maggioranza delle didascalie, specie nei valori emessi nei primi cinquantanni di storia filatelica dello Stato sorto nel 1929.
20 Sempre al bimillenario della morte di Virgilio, nel 1981 anzich? nel 1982, Italia e San Marino hanno dedicato rispettivamente una e tre monete: nella moneta italiana da L. 500 al dritto viene raffigurato un profilo laureato di Virgilio con la leggenda REPVBBLICA ITALIANA P. VERGILIVS M. - MM POST ANNOS (in realt? solo...1999), mentre il rovescio presenta al centro un albero, simbolo di fertilit?, ai lati un bue, che rappresenta il lavoro nei campi, ed un cavallo, allegoria della poesia epica (a sinistra la scritta 19 a. C., a destra 1981, nellesergo L. 500). Nelle tre monete in argento, coniate "erroneamente" da San Marino nel 1981, al rovescio si osserva invece: nella prima un pastore che, seduto allombra di un faggio, ? intento a suonare il flauto, chiara allegoria delle "Bucoliche"; nella seconda un seminatore, simbolo delle "Georgiche", mentre nella terza, quale raffigurazione simbolica dell"Eneide", leroe troiano a cavallo sorvolato dalla Vittoria; tutte e tre le monete hanno nel dritto lo stemma stilizzato della Repubblica.
21 Per completezza sar? il caso di ricordare in ordine cronologico:
1) Il val. da L. 25 emesso dalla Repubblica Italiana (31/10/1951) in occasione del IX Censimento generale della popolazione, in cui compare un bel bassorilievo romano.
2) Le bellissime serie dedicate dalla Repubblica del Titano allarte etrusca (16/6/1971 e 20/2/1975).
3) Il valore emesso sempre da San Marino in occasione della XV Mostra del francobollo Europa, in cui il soggetto ? una straordinaria Testa di Afrodite del V sec. a. C.
4) I due valori del 9/9/1981 che lItalia ha dedicato alle due statue di guerrieri greci del V sec. a. C. conservate al Museo di Reggio Calabria e meglio note come "Bronzi di Riace".
5) Alcune emissioni che nelle varie serie turistiche miranti a valorizzare il patrimonio artistico dellItalia hanno avuto come soggetto luoghi ed opere del mondo antico di grande valore culturale (i Templi di Agrigento, il teatro di Siracusa, Pompei, Venosa, i mosaici pavimentati della Villa Romana del Casale a Piazza Armerina presso Enna, le Mura Timoleontee di Gela, i tesori dei musei archeologici e degli archivi nazionali, le opere della scultura etrusca, la tomba di Cicerone a Formia ecc.).
6) I foglietti che le Poste della Citt? del Vaticano hanno dedicato in pi? fasi agli oggetti esposti nelle Collezioni Vaticane, veri e propri gioielli della cultura classica.
7) La straordinaria emissione del 23/4/1997 dal titolo "Vedere i classici" con cui le Poste Vaticane hanno celebrato la mostra di codici Vaticani dalle affascinanti miniature (quattro stupendi valori in cui sono riprodotte pagine miniate del De historia animalium di Aristotele, delle Metamorfosi di Ovidio, dellIliade di Omero, degli Ab urbe condita libri di Tito Livio e, in un unico foglietto, delle sei commedie di Terenzio).
22 In realt? il 25/6/1997 un deputato ha presentato uninterrogazione parlamentare al ministro delle Poste e Telecomunicazioni proprio per un presunto errore trovato in un francobollo emesso nel giugno dello stesso anno: nel valore compare infatti la scritta: "Chi vuol far laltrui mestiere fa la zuppa nel pianere", con un evidente scarto nella rima "mestiere / paniere" che a molti ? sembrato rendere incomprensibile il vecchio adagio. Il Ministero ha precisato a quanti rilevavano lerrore che il termine "pianere" si trova in una raccolta di proverbi toscani e che il soggetto in questione riproduce fedelmente una stampa custodita presso il Museo delle arti e tradizioni popolari di Roma. Restano i dubbi sul perch? in una serie dedicata allEuropa si sia fatto ricorso a un termine non rinvenibile in alcuno dei pi? autorevoli e accreditati vocabolari italiani e dialettali. Se ? stato necessario lintervento del Parlamento, a quanto pare la questione filatelica ? un vero e proprio...affare di Stato.
23 Per le illustrazioni, sono utili i seguenti volumi: E. MONTENEGRO, Manuale del collezionista di monete italiane 1996, Torino 1995; AA.VV., Catalogo UNIFICATO Junior 1998, Comm. Italiani Filatelici, Milano 1997; AA.VV., Catalogo unificato della Carta-moneta italiana, Alfa, Torino 1996.
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